*Il prezzo si intende IVA inclusa
Descrizione
AutoriSalvatore Felis U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica - Ospedale Policlinico “San Martino” - Genova Gianluca Straface U.O. Ginecologia e Ostetricia, Responsabile Ostetricia, Policlinico Abano Terme (Padova) Sara Belmartino U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica - Ospedale Policlinico “San Martino” - Genova Antonietta Tomasi U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica - Ospedale Policlinico “San Martino” Genova Michela Vettore Unità Operativa Complessa Ostetricia Ginecologia - Azienda Ospedaliera Padova Serena Xodo Clinica di Ostetricia e Ginecologia, Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale, Presidio Ospedaliero Santa Maria della Misericordia di Udine - Udine Hanno collaborato Martina Bertoni U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica - Ospedale Policlinico “San Martino” Genova Chiara Bondi U.O. di Ginecologia e Ostetricia - Asl Cuneo 1 - Ospedale Regina Montis Regalis - Mondovì (Cuneo)
Francesca Carrucciu U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica -Ospedale Policlinico “San Martino” Genova Francesca Cremonini U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica - Ospedale Policlinico “San Martino” Genova Sara Loddo U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica -Ospedale Policlinico “San Martino” Genova Virginia Michelerio U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica - Ospedale Policlinico “San Martino” Genova Elvira Primizia U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica - Ospedale Policlinico “San Martino” Genova Vanessa Tirloni U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica - Ospedale Policlinico “San Martino” Genova Presentazione Il monitoraggio fetale elettronico (EFM) o cardiotocografia (CTG) è stato introdotto nel 1957 ed è stato di uso comune per determinare il benessere fetale durante il periodo intrapartum sin dagli anni ’70. Il cervello fetale è responsabile della modulazione della frequenza cardiaca fetale (FHR) attraverso le vie simpatiche e parasimpatiche. Il cambiamento risultante si riflette nei cambiamenti della frequenza cardiaca fetale e il modello viene visualizzato attraverso i tracciati del cuore fetale. Questa modalità è stata ampiamente accettata soprattutto nell’ostetricia americana per tutti i pazienti, compresi quelli ad alto e a basso rischio. Nonostante questa pratica comune, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sconsiglia l’uso del monitoraggio fetale continuo in pazienti a basso rischio con travaglio spontaneo, ma raccomanda invece l’auscultazione intermittente (IA) tramite lo stetoscopio Pinard o un dispositivo Doppler portatile in contesti in cui non sono disponibili alternative. Anche se l’IA è una modalità molto utilizzata in tutto il mondo, il CTG è preferito da molti operatori sanitari a causa di un ampio studio randomizzato e controllato (RCT) eseguito negli anni ’80 che ha confrontato l’IA con il CTG. Questo studio ha dimostrato che il CTG era associato a un minor rischio di convulsioni neonatali nei neonati nati dopo un accelerazione del travaglio o un travaglio prolungato. Nonostante il maggiore utilizzo dell’EFM, l’affidabilità e la riproducibilità del riconoscimento della FHR sono limitate e l’EFM non ha dimostrato miglioramenti consistenti negli esiti perinatali. La stan- dardizzazione dell’EFM unita all’uso di test aggiuntivi continuano a essere valutate come modi per migliorare l’utilità del monitoraggio fetale conti- nuo. Le tecnologie disponibili aumentano anche le potenziali opportunità di miglioramento.Da qualche anno la scuola nata presso il St. George’s Hospital di Londra ha cominciato a propugnare un nuovo modo di interpretare il tracciato cardiotocografico: questa modalità da loro definita patofisiologica, rispecchia una differente concezione dei meccanismi evolutivi dell’ipossia in travaglio.
La conoscenza e la condivisione della stessa, all’interno del gruppo di lavoro in sala parto e un passo fondamentale per migliorare l’interpretazione del tracciato cardiotocografico e conseguentemente gli esiti neonatali. Infatti, non è casuale che nell’unico studio prospettico randomizzato, che mostra un miglior risultato del monitoraggio in continua vs l’auscultazione intermittente, il personale medico coinvolto avesse ricevuto: “Intensive in training session…and involved the use of electronic fetal monitoring and interpretation of FRH pattern…” (Vintzileos, 1993). La tecnologia di per sé non ci consente di raggiungere risultati ottimali, ma deve essere applicata propriamente e interpretata correttamente.La mancata comprensione di questo semplice fatto ha condotto, sostiene il prof. Arulkumaran (2001), alla morte di alcuni neonati, nonostante l’utilizzo della tecnologia. L’introduzione del tracciato cardiotocografico non e stato accompagnato da uno sforzo didattico volto a educare l’equipe assistenziale al suo corretto utilizzo. Questo libro rappresenta un primo passo verso un’interpretazione del tracciato cardiotocografico più puntuale e precisa, che tenga conto delle differenti classificazioni internazionali, ma che non esaurisca lo sforzo interpretativo all’inserimento di alcuni segni registrati sulla carta dentro una tabella classificativa. Nel nostro libro il cardiotocogramma interpretato secondo un metodo FISIOPATOLOGICO tiene conto della complessità assistenziale. L’approccio alla sorveglianza fetale intrapartum sarà pertinente al criterio fisio- patologico, con un’attenzione alle tendenze delle risposte difensive/compensatorie fetali, piuttosto che con un focus sugli aspetti morfologici delle decelerazioni della frequenza cardiaca fetale. Un concetto siffatto condurrà l’equipe assistenziale a scelte molto differenti, dopo aver valutato attentamente il peso presunto fetale, quello materno e l’incremento ponderale, l’eventuale presenza di patologia materna e/o fetale, la quantità di liquido amniotico, il desiderio di partorire, la lunghezza del travaglio, la situazione familiare, l’esame Doppler, lo stato comportamentale fetale, l’organizzazione della sala parto, ecc., in altre parole dopo aver inserito il concetto di complessità assistenziale nella gestione della cardiotocografia. Penso che l’adozione dei concetti qui espressi in modo chiaro e conciso in una moderna sala parto potrebbe consentire un notevole miglioramento assistenziale, relativamente alla lettura ed all’interpretazione del tracciato cardiotocografico. Indice 1) 1. L’ossigenazione fetale 2) 2. Cardiotocografia continua in travaglio: analisi, classificazione e gestione clinica 3) 3. Fisiopatologia, classificazione e gestione dei quadri clinici CTG ipossici in travaglio di parto 4) 4. Inquadramento fisiopatologico del tracciato cardiotocografico e ritardo di crescita intrauterino 5) 5. Inquadramento fisiopatologico del tracciato cardiotocografico e effetti farmacologici 6) 6. Corionamniosite e principi fisiopatologici di cardiotocografia 7) 7. Inquadramento fisiopatologico del tracciato cardio- tocografico con tachisistolia ed ipertono 8) 8. Analisi del tratto ST dell’elettrocardiografia fetale in travaglio di parto 9) 9. Cardiotocografia e danno cerebrale preesistente 10) 10. Determinazione dell’emogasanalisi fetale per l’accertamento delle condizioni neonatali alla nascita 11) 11. Casi clinici
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