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Descrizione
AUTORI Editors Salvatore Felis U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica - Ospedale Policlinico “San Martino” - Genova Sara Belmartino U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica - Ospedale Policlinico “San Martino” - Genova Francesca Carrucciu U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica - Ospedale Policlinico “San Martino” - Genova Sara Loddo U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica - Ospedale Policlinico “San Martino” - Genova Antonietta Tomasi U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica - Ospedale Policlinico “San Martino” - Genova
Autori Sara Belmartino U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica - Ospedale Policlinico “San Martino” - Genova Francesca Carrucciu U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica - Ospedale Policlinico “San Martino” - Genova Felis Salvatore U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica - Ospedale Policlinico “San Martino” - Genova Marta Fiamberti U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica - Ospedale Policlinico “San Martino” - Genova Sara Loddo U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica - Ospedale Policlinico “San Martino” - Genova Lorenzo Maiello U.O. di Anestesia e Rianimazione - Ospedale Policlinico “San Martino” Genova Chiara Peluffo U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica - Ospedale Policlinico “San Martino” - Genova Isabella Perugi U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica - Ospedale Policlinico “San Martino” - Genova Simone Pizzasegale U.O. di Anestesia e Rianimazione - Ospedale Policlinico “San Martino” Genova Antonietta Tomasi U.O. di Clinica Ostetrica e Ginecologica - Ospedale Policlinico “San Martino” - Genova
PREFAZIONE Gli ultimi decenni hanno assistito a notevoli cambiamenti nell’ostetricia, ma il primario interesse per i medici rimane il medesimo: l’ottimizzazione della salute della donna e del bambino. Quando noi, come operatori sanitari, percepiamo un rischio per entrambi, nel proseguimento di una gravidanza, consigliamo l’induzione del travaglio, preceduto, quando necessario, dalla maturazione cervicale. Sebbene i numeri assoluti varino, è ora considerato ad alto rischio, nella maggior parte dei contesti clinici, una percentuale considerevole di gravidanze. Ci sono evidenze scientifiche rilevanti che suggeriscono che continuare alcune di queste gravidanze ad alto rischio oltre una certa età gestazionale può essere causa di un aumentato danno per la donna che partorisce e/o per il neonato; esistono anche altrettante evidenze scientifiche attestanti i vantaggi dell’induzione del travaglio rispetto a un atteggiamento di attesa nel conseguimento di migliori risultati clinici e nel ridurre i tagli cesarei. Non a caso, sono aumentate le indicazioni per la maturazione cervicale e l’induzione del travaglio. Sebbene l’induzione del travaglio possa essere associata a risultati migliori, negli studi clinici, i dati sull’associazione tra induzione del travaglio di parto con la soddisfazione, la qualità della vita e le conseguenze a lungo termine per le famiglie, nonché sul carico di risorse sui sistemi sanitari, sono scarsi o contrastanti. Mentre noi, come clinici, ci sforziamo di far migliorare i risultati a breve termine che riteniamo importanti, non dobbiamo perdere di vista le conseguenze più ampie delle decisioni cliniche e degli esiti ritenuti importanti dalle famiglie. La maggior parte concorda sul fatto che il momento ottimale per l’induzione del travaglio è quando il rischio per la madre e/o il bambino di proseguire la gravidanza è considerato maggiore di quello del travaglio. C’è meno accordo tuttavia, sul livello di rischio accettabile e se la valutazione del rischio debba essere individualizzata. Nelle persone in gravidanza con indicazioni cliniche per l’induzione del travaglio, dovrebbero essere valutate la necessità e la tempistica per l’induzione caso per caso, considerando l’intero quadro clinico e bilanciando un’analisi rischio-beneficio con loro valori e preferenze. Ove possibile e sicuro, si dovrebbe prendere in considerazione il differimento dell’induzione fino a dopo 39 settimane di gestazione. In assenza di indicazione medica, la raccomandazione tradizionale di induzione del travaglio dopo 41 settimane, è stata recentemente contestata. Un ampio studio randomizzato ha dimostrato che rispetto alla gestione di attesa, l’induzione del travaglio per nullipare a 39 settimane in assenza di un’indicazione medica ha comportato un minor numero di tagli cesarei, un miglioramento a breve termine degli esiti materni e una maggiore percezione del controllo parentale senza un aumento degli esiti avversi perinatali a breve termine. Sebbene le prove sembrino evidenti, qualsiasi cambiamento di politica per quanto riguarda l’induzione del travaglio a 39 settimane per le gravidanze a basso rischio dovrebbe considerare la generalizzabilità dei risultati dello studio in contesti clinici specifici, disponibilità delle risorse, revisione dei protocolli di induzione locali e i valori della persona che partorisce. Si può sostenere che tutti i metodi farmacologici e non farmacologici contemporanei per l’induzione del travaglio dell’attuale pratica clinica sono efficaci e sicuri, se somministrati alla persona giusta, secondo le raccomandazioni e i protocolli. Il focus della ricerca futura dovrebbe quindi spostarsi dalla ricerca di un metodo ottimale di induzione del travaglio adatto a tutti, alla scelta per ogni individuo, del metodo, programma di dosaggio e protocollo che, molto probabilmente, si tradurrà in un parto vaginale con il minor rischio di eventi avversi, in base alle caratteristiche demografiche, storia prenatale, comorbidità mediche, attività uterina, stato cervicale, preferenze dell’individuo. Gli ultimi cinque anni hanno visto lo sviluppo di numerosi strumenti per prevedere il successo dell’induzione del travaglio. Sebbene siano stati derivati utilizzando solidi principi metodologici, la maggior parte di questi strumenti non è stata né convalidata, in contesti diversi, né valutati per il loro impatto sulla pratica clinica, sulla soddisfazione del paziente, sull’utilizzazione delle risorse e l’incidenza del taglio cesareo. Inoltre, strumenti di previsione sviluppati per gruppi molto specifici come soggetti con obesità, ipertensione o un precedente taglio cesareo e quelli che necessitano dell’induzione del travaglio in gestazioni pretermine, dovrebbero tenere in considerazione che queste condizioni specifiche non sempre si escludono a vicenda. L’utilizzo di dati più numerosi, informazioni a livello individuale e apprendimento automatico potrebbero non solo facilitare lo sviluppo di modelli predittivi per uso generale, che considerino tutti gli attributi rilevanti, ma che presentino le “possibilità di successo” nel raccomandare il metodo più sicuro ed efficace di induzione del travaglio per un particolare individuo. Infine, è necessario rivalutare la selezione, la rendicontazione e la misurazione dei risultati della ricerca sull’induzione del travaglio. Oltre a standardizzare la terminologia e concordare un nucleo comune di risultati clinicamente rilevanti, la ricerca futura dovrebbe concentrarsi su misure di efficacia incentrate sulla persona e la sicurezza. Recenti pubblicazioni sembrano concordare sulla “nascita vaginale” come misura dell’efficacia, ignorando la prescrizione di una finestra di 24 ore che era comune nelle pubblicazioni precedenti. Questo è un cambiamento favorevole dato che per alcune condizioni (ad esempio, restrizione della crescita fetale e precedente parto cesareo) è auspicabile un processo di induzione del travaglio più lento; inoltre, con alcuni agenti (cateteri a palloncino e prostaglandine depot) e in alcune popolazioni (individui con obesità), può essere necessario per avviare il travaglio un tempo più lungo. Mentre questa misura di efficacia, può essere più riflessiva della contemporaneità pratica, lo stesso non si può dire di tutte le misure di sicurezza segnalate. La valutazione della tachisistolia uterina definita come “maggiore di cinque contrazioni uterine in 10 minuti, in una finestra temporale media di 30 minuti “, potrebbe non solo essere difficile da misurare in alcune situazioni (Induzione del travaglio ambulatoriale), ma anche presentare un valore clinico limitato senza considerare altri parametri come la durata della contrazione e l’intensità e il suo effetto sulla frequenza cardiaca fetale. Inoltre, mentre è importante notare tutti gli eventi avversi a seguito di qualsiasi intervento, può essere opportuno annotare separatamente gli esiti avversi direttamente attribuibili all’agente utilizzato per l’induzione del travaglio, per garantire, ad esempio, che la tachisistolia in travaglio avanzato dovuta all’uso improprio di ossitocina, molto tempo dopo che l’agente induttivo ha cessato di agire, non deve essere erroneamente attribuito come effetto negativo secondario all’agente induttivo. Sebbene l’induzione del travaglio condotta in conformità con le linee guida basate sull’evidenza possa portare a risultati migliori per madri e bambini, il suo uso sconsiderato può comportare un aumento senza precedenti degli effetti negativi degli eventi peripartum e utilizzo delle risorse. Nonostante i numerosi recenti progressi, rimane ancora molto da scoprire ed indagare sull’induzione del travaglio. Dott. Salvatore Felis U.O Clinica Ostetrica e Ginecologica Ospedale Policlinico San Martino - Genova
INDICE Autori . p. III Prefazione di Salvatore Felis . » V 1. Storia dell’induzione del travaglio » 1 1.1 Previsione della data del parto . » 1 1.1.1 “Regola di Naegele” . » 2 1.1.2 Ultrasuoni . » 2 1.1.3 Concepimento assistito . » 4 1.2 Gravidanza prolungata . » 4 1.2.1 La finestra dell’impianto . » 4 1.2.2 I rischi della post-maturità . » 5 1.2.3 Invecchiamento placentare . » 5 1.2.4 Il ruolo del feto . » 6 1.3 Metodi di induzione del travaglio . » 7 1.3.1 Il XIX secolo . » 7 1.3.2 Pituitrina . » 8 1.3.3 Ossitocina . » 9 1.3.4 Prostaglandine . » 9 1.4 Indicazioni per l’induzione del travaglio . » 10 1.4.1 Induzione elettiva del travaglio . » 10 1.4.2 La reazione . » 11 1.4.3 Medicina basata sull’evidenza . » 12 1.4.4 Linee guida ufficiali . » 13 1.4.5 Demografia e tendenza ad andare verso la 39ª settimana » 14 Bibliografia . » 15 2. Induzione del travaglio in un paziente ambulatoriale . » 21 2.1 L’aumento dei tassi di induzione . » 21 2.2 Problemi dipendenti dall’aumento dei tassi di induzione » 23 2.2.1 Problemi e costi logistici . » 23 2.2.2 L’uso evitabile dell’ossitocina . » 23 2.3 Sicurezza della maturazione cervicale ambulatoriale . p. 24 2.4 Sicurezza dei cateteri cervicali a palloncino per la maturazione cervicale . » 24 2.5 Sicurezza dei cateteri cervicali a palloncino durante il periodo ambulatoriale di maturazione cervicale » 25 2.6 Valutazione della maturazione cervicale in ambito ambulatoriale . » 26 2.7 Criteri da utilizzare per selezionare le donne per la maturazione cervicale ambulatoriale » 26 2.8 Percezione della maturazione cervicale ambulatoriale da parte delle donne » 29 2.9 Effetti della maturazione cervicale ambulatoriale sulla pratica ostetrica . » 31 2.10 Impatto dell’induzione ambulatoriale sui costi . » 32 2.11 Gestione ambulatoriale dopo rottura artificiale delle membrane . » 33 Bibliografia . » 34 3. Propensione delle donne in gravidanza e modalità di assistenza sanitaria per l’induzione e ottenimento del consenso all’induzione del travaglio di parto . » 39 3.1 Introduzione . » 39 3.2 Misurazione degli atteggiamenti e dell’esperienza dell’induzione del travaglio . » 39 3.2.1 Misure di soddisfazione . » 40 3.2.2 Misure dell’esperienza del parto » 40 3.2.3 Misurazione di atteggiamenti ed esperienze specifiche all’induzione del travaglio . » 41 3.2.4 Tempi e modalità di raccolta dei dati . » 42 3.2.5 Misurazione qualitativa . » 43 3.3 L’atteggiamento delle donne nei confronti dell’induzione del travaglio . » 43 3.4 Opinioni sulle alternative all’induzione del travaglio » 44 3.5 Necessità di fornire informazioni . » 44 3.6 Processo decisionale condiviso . » 45 3.7 Indicazioni per l’induzione del travaglio . » 47 3.8 Esperienze e atteggiamenti delle donne nei confronti del processo di induzione del travaglio . » 48 3.8.1 Tempestività dell’induzione del travaglio . p. 48 3.8.2 Metodo di induzione del travaglio » 48 3.8.3 Dolore e gestione del dolore . » 49 3.8.4 Luogo di induzione » 49 3.8.5 Comunicazione e supporto efficaci . » 50 3.9 Esperienze e atteggiamenti degli operatori sanitari nei confronti dell’induzione del travaglio . » 51 3.9.1 Rischio e processo decisionale . » 51 3.9.2 Atteggiamenti verso le indicazioni per l’induzione del travaglio . » 52 3.10 Influenza sulla pratica clinica » 53 Bibliografia . » 53 4. Scelta del momento ottimale per l’induzione del travaglio . » 57 4.1 Introduzione . » 57 4.2 Gravidanza post-termine . » 58 4.3 Diabete in gravidanza . » 60 4.3.1 Diabete mellito gestazionale (GDM) controllato dalla dieta . » 60 4.3.2 GDM non esclusivamente controllato con la dieta . » 60 4.3.3 Diabete pregestazionale . » 61 4.4 Disturbi ipertensivi della gravidanza . » 62 4.5 Colestasi intraepatica della gravidanza . » 64 Bibliografia . » 67 5. Utilizzo degli ultrasuoni, fibronectina e altri parametri per prevedere il successo dell’induzione del travaglio . » 71 5.1 Fattori Predittivi Ultrasonografici . » 72 5.1.1 L’ecografia transvaginale . » 72 5.1.2 L’ecografia transaddominale . » 74 5.1.3 Ecografia transperineale . » 74 5.1.4 Angolo di progressione . » 75 5.1.5 Distanza testa-sinfisi . » 76 5.1.6 Distanza testa-perineo . » 77 5.1.7 Dilatazione ecografica cervicale . » 78 5.2 Uso dell’ecografia transperineale nella predizione del travaglio . » 79 5.2.1 Valutazione pre-induzione . » 79 5.2.2 Fattori che influenzano l’avanzamento del travaglio determinati dall’ecografia transperineale . p. 80 5.3 Uso di marcatori biochimici nella previsione dell’induzione del travaglio . » 81 5.3.1 Fibronectina fetale cervicovaginale . » 81 5.3.2 Previsione dell’inizio del travaglio e del parto a termine . » 82 5.3.3 Prevedere con successo l’induzione del travaglio a termine . » 82 5.3.4 Proteina-1 legante il fattore di crescita insulino-simile cervicovaginale (phIGFBP-1) . » 84 5.3.5 Serum activin A . » 85 5.3.6 Interleuchina 6 e interleuchina 8 . » 85 5.4 Modelli predittivi per l’induzione del travaglio con esito favorevole . » 86 Bibliografia . » 89 6. Metodi disponibili per la maturazione cervicale e induzione del travaglio » 95 6.1 Introduzione . » 95 6.2 Misure di risultato e gruppo di risultati principali (COS) . » 96 6.3 Revisione critica dei metodi disponibili . » 101 6.4 Metodi farmacologici di induzione del travaglio . » 101 6.4.1 Studi di confronto PGE2 . » 101 6.4.2 Studi di confronto sull’ossitocina . » 105 6.5 Studi di confronto di metodi farmacologici non comunemente usati . » 107 6.6 Metodi non farmacologici . » 109 6.6.1 Studi comparativi di metodi meccanici . » 109 6.6.2 Studi comparativi sullo scollamento delle membrane » 111 6.7 L’induzione del travaglio per non ostetrici (medici di famiglia, ostetriche) . » 111 6.7.1 Stimolazione del seno . » 111 6.7.3 Coito . » 112 6.7.4 Agopuntura/agopressione » 112 6.7.5 Ipnosi . » 113 6.7.6 Omeopatia . » 113 6.7.7 Olio di ricino/bagni/clistere . » 113 Bibliografia . » 114 7. Utilizzo del misosprostolo per l’induzione del travaglio . p. 117 7.1 Introduzione . » 117 7.2 Farmacologia . » 118 7.3 Protocolli di dosaggio . » 119 7.3.1 Dati dalla meta-analisi di rete di tutte le prostaglandine » 119 7.3.2 Via di somministrazione migliore per misoprostolo per l’induzione del travaglio . » 121 7.3.3 Misoprostolo orale vs vaginale . » 121 7.3.4 Misoprostolo buccale vs vaginale . » 123 7.3.5 Misoprostolo sublinguale vs orale o vaginale . » 123 7.3.6 Regimi di misoprostolo orale . » 123 7.3.7 Regimi vaginali di misoprostolo . » 124 7.3.8 Induzione in circostanze specifiche . » 126 7.4 Confronto dei costi . » 127 7.5 Controversie e future ricerche . » 128 Bibliografia . » 130 8. Induzione del travaglio nelle gravidanze a basso rischio prima delle 40 settimane di gestazione . » 133 8.1 Introduzione . » 133 8.2 Metodi . » 134 8.2.1 Numero di partecipanti . » 134 8.2.2 Parità . » 134 8.2.3 Interventi e confronti . » 134 8.2.4 L’esito principale . » 137 8.2.5 Protocolli per l’induzione e gestione del travaglio . » 137 8.3 Analisi . » 137 8.3.1 Analisi primaria . » 137 8.3.2 Analisi dei sottogruppi . » 139 8.3.3 Analisi di sensibilità » 141 8.4 Discussione . » 141 8.4.1 Risultati incoerenti tra revisioni sistematiche sullo stesso argomento . » 142 8.4.2 L’influenza e le considerazioni epidemiologiche relative allo studio ARRIVE . » 142 8.4.3 Risultati negli studi clinici rispetto ai risultati del mondo reale . » 144 8.4.4 Utilizzo delle risorse . » 144 8.4.5 Analisi costo-efficacia . p. 145 8.4.6 Atteggiamenti, valori e preferenze delle persone che partoriscono e degli operatori sanitari . » 146 8.4.7 Esiti neurocognitivi a lungo termine . » 147 8.4.8 Raccomandazioni cliniche e scelta informata . » 148 Bibliografia . » 149 9. Tempi e modalità di induzione del travaglio in caso di rottura pretermine e a termine delle membrane . » 153 9.1 Introduzione . » 153 9.2 PROM pretermine . » 154 9.2.1 Quando praticare l’induzione del travaglio dopo pPROM » 154 9.2.2 Modalità dell’induzione del travaglio dopo pPROM » 161 9.3 PROM a termine di gravidanza . » 161 9.3.1 Quando si deve eseguire l’Induzione del travaglio dopo PROM a termine . » 161 9.3.2 Modalità dell’induzione del travaglio dopo PROM a termine . » 164 Bibliografia . » 166 10. Induzione precoce del travaglio in donne in età materna avanzata e in coloro che hanno utilizzato la tecnologia della riproduzione assistita . » 173 10.1 Introduzione . » 173 10.1.1 Gravidanza nelle donne in età materna avanzata . » 173 10.1.2 Gravidanza in donne che hanno concepito in seguito all’uso della tecnologia di riproduzione assistita (ART) » 173 10.2 Rischi del prolungamento della gravidanza . » 174 10.2.1 Gravidanza nelle donne in età materna avanzata . » 174 10.2.2 Gravidanza in donne che hanno concepito utilizzando ART . » 177 10.3 Danno iatrogeno dell’induzione del travaglio . » 180 10.3.1 Danno al bambino . » 180 10.3.2 Danno alla madre . » 181 10.4 Modalità di parto . » 183 10.4.1 Nelle donne in età materna avanzata . » 183 10.4.2 Nelle donne sottoposte ad ARTs . » 185 Bibliografia . » 186 11. Induzione del travaglio in pazienti con precedente parto cesareo o chirurgia uterina . p. 191 11.1 Sicurezza ed efficacia dell’induzione del travaglio dopo un precedente taglio cesareo . » 191 11.1.1 Induzione contro travaglio spontaneo in TOLAC . » 192 11.1.2 Induzione del travaglio contro ERCS . » 193 11.2 Tempi di induzione del travaglio nei soggetti con un precedente taglio cesareo . » 194 11.3 Confronto di diversi metodi per la scelta della modalità ottimale di induzione negli individui con un precedente taglio cesareo . » 195 11.3.1 Uso sequenziale o combinato di metodi di induzione » 196 11.4 Prevedere il successo della induzione del travaglio in soggetti con un precedente taglio cesareo . » 197 11.5 Ruolo della maturazione cervicale ambulatoriale » 198 11.6 Monitoraggio dell’andamento dell’induzione del travaglio nei soggetti con un precedente taglio cesareo . » 199 11.6.1 Induzione o accelerazione del travaglio con ossitocina . » 200 11.6.2 Tasso VBAC . » 200 11.6.3 Risultato avverso . » 200 11.7 Induzione del travaglio in donne in gravidanza con una precedente cicatrice uterina: scenari speciali . » 202 11.7.1 Due o più precedenti tagli cesarei » 202 11.7.2 Grande multipara con precedente taglio cesareo . » 203 11.7.3 Storia di precedente miomectomia o chirurgia ricostruttiva uterina . » 204 11.7.4 Anamnesi precedente di taglio cesareo tramite incisione diversa dalla trasversale bassa (classica/sconosciuta/T invertita/verticale bassa) o rottura uterina . » 204 11.7.5 Storia di mancata induzione del travaglio o distocia » 205 Bibliografia . » 205 12. Induzione del travaglio in donne obese . » 209 12.1 Introduzione . » 209 12.2 Indicazioni per l’induzione del travaglio nelle donne con obesità . » 210 12.2.1 Gravidanze post-termine . » 210 12.2.2 Aumento delle condizioni preesistenti e legate alla gravidanza che aumentano la necessità dell’induzione del travaglio . p. 211 12.2.3 Ridurre il rischio di natimortalità a termine . » 212 12.3 La sicurezza e la tempistica ottimale per l’induzione del travaglio nelle donne con obesità . » 212 12.3.1 Induzione del lavoro vs. gestione di attesa . » 212 12.3.2 Induzione del travaglio vs. taglio cesareo programmato . » 213 12.4 L’efficacia dell’induzione del travaglio nelle donne con obesità . » 215 12.5 Il metodo ottimale per l’induzione del travaglio nelle donne con obesità . » 215 12.6 Fattori predittivi del fallimento di un’induzione del travaglio . » 216 12.6.1 Possibili ragioni/meccanismi che contribuiscono al fallimento dell’induzione del travaglio nei soggetti con obesità . » 217 12.7 Migliorare il successo e la sicurezza di un parto vaginale dopo l’induzione del travaglio nelle donne con obesità . » 219 12.8 Conclusione » 220 Bibliografia . » 220 13. Induzione del travaglio nelle gravidanze gemellari . » 225 13.1 Introduzione . » 225 13.2 La sicurezza del parto vaginale nelle gravidanze gemellari . » 226 13.3 Tasso di induzione del travaglio nelle gravidanze gemellari . » 227 13.4 Potenziali differenze nell’induzione del travaglio tra gravidanze singole e gemellari . » 227 13.5 Tasso di successo dell’induzione del travaglio nelle gravidanze gemellari . » 229 13.6 Fattori prognostici per l’induzione del travaglio nelle gravidanze gemellari . » 233 13.7 Sicurezza dell’induzione del travaglio e dell’esito perinatale nelle gravidanze gemellari . » 234 13.8 Metodi di induzione del travaglio . » 236 13.8.1 Analoghi delle prostaglandine (PG) » 236 13.8.2 Catetere a palloncino . p. 237 13.8.3 Ossitocina . » 237 13.9 Circostanze speciali . » 238 Bibliografia . » 238 14. Induzione del travaglio in caso di sospetta macrosomia . » 247 14.1 Definizione e incidenza . » 247 14.2 Implicazioni materne e perinatali dell’LGA . » 248 14.2.1 Predizione di LGA . » 248 14.2.2 Diagnosi di LGA . » 249 14.3 Opportunità se indurre o meno . » 251 14.4 Quando eseguire l’induzione travaglio . » 254 14.5 Linee guida per la pratica clinica . » 255 14.6 Valutazione Costi-Efficacia . » 256 14.7 Come indurre » 256 14.8 Processo decisionale condiviso e prospettiva del paziente » 257 Bibliografia . » 258 15. Induzione del travaglio in caso di feti con ridotta crescita . » 261 15.1 Introduzione . » 261 15.2 Diagnosi di un pattern di crescita patologico . » 262 15.3 Diagnosi differenziale e prognosi in FGR » 262 15.3.1 Controindicazioni all’induzione del travaglio nella restrizione della crescita fetale . » 263 15.4 Tempi di induzione del travaglio in FGR . » 264 15.4.1 Modalità di parto suggerita senza indicazione indipendente per il parto cesareo . » 268 15.4.2 Metodi farmacologici versus metodi di induzione meccanica . » 269 Bibliografia . » 271 16. Induzione del travaglio in caso di interruzione della gravidanza . » 275 16.1 Introduzione . » 275 16.2 Cure pre-procedura . » 276 16.3 Considerazioni preliminari al trattamento . » 279 16.4 Opzioni per l’ITOP . » 282 16.5 Gestione del travaglio p. 288 16.6 Complicazioni . » 291 16.7 Considerazioni post-induzione . » 294 Bibliografia . » 295 17. Analgesia per l’induzione del travaglio . » 299 17.1 Introduzione . » 299 17.2 Il dolore nel travaglio di parto . » 300 17.3 Peculiarità dell’analgesia in corso di induzione del travaglio . » 301 17.4 Opzioni antalgiche e raccomandazioni per le unità operative . » 302 17.5 Considerazioni sull’analgesia neuroassiale in corso di tromboprofilassi o anticoagulazione terapeutica . » 305 Bibliografia » 306 18. Induzione del travaglio in paesi con ridotte risorse economiche » 307 18.1 Introduzione . » 307 18.2 Ciclo di induzione del travaglio . » 309 18.3 Modifiche nelle indicazioni e nei metodi . » 309 18.4 Induzione del travaglio nelle donne che convivono con l’HIV . » 317 18.5 Induzione del travaglio in pre-eclampsia (PE) . » 319 18.6 Costo economico dell’induzione del travaglio . » 320 18.7 Fattibilità dell’induzione del travaglio ambulatoriale » 321 18.8 Uso degli ultrasuoni prima dell’induzione del travaglio » 321 18.9 Fattori predittivi di mancata induzione del travaglio » 322 18.10 Protocolli di gestione . » 322 18.11 Progetto di miglioramento della qualità . » 327 18.12 Generalizzabilità delle raccomandazioni . » 328 18.13 Conclusione » 328 Bibliografia . » 330 19. Utilizzo di una medicina basata sull’evidenza per ottenere il successo dell’induzione del travaglio » 339 19.2 Processo decisionale condiviso sull’induzione del travaglio nella pratica clinica contemporanea » 339 19.3 Ruolo dello scollamento delle membrane per evitare un processo formale di induzione del travaglio .» 341 19.4 Pianificazione dell’induzione . » 342 19.4.1 Parità . » 343 19.4.2 Pregresso intervento chirurgico all’utero compreso il taglio cesareo . » 344 19.4.3 Indice di massa corporea . » 344 19.4.4 Crescita e benessere fetale . » 344 19.4.5 Stato delle membrane . » 345 19.4.6 Attività uterina . » 345 19.4.7 Stato cervicale . » 345 19.5 Inizio dell’induzione del travaglio: maturazione cervicale . » 346 19.6 Maturazione cervicale in regime di ricovero versus il regime ambulatoriale . » 348 19.7 Monitoraggio e valutazione dopo l’inizio della maturazione cervicale . » 349 19.8 Maturazione cervicale sequenziale versus simultanea e induzione del travaglio . » 350 19.9 Scelta dell’agente per la fase di inizio delle contrazioni » 351 19.10 Inizio dell’induzione del travaglio . » 352 19.11 Protocollo con ossitocina . » 352 19.12 Gestire la fase latente del travaglio dopo l’induzione del travaglio . » 352 19.13 Gestione del travaglio latente prolungato » 354 19.14 Gestione del travaglio attivo . » 357 19.15 Gestione della seconda fase del travaglio . » 357 Bibliografia . » 358 20. Induzione del travaglio di parto: risultati di uno studio osservazionale circa le moderne metodologie e i vantaggi . » 363 20.1 Introduzione . » 363 20.2 Scopo dello studio . » 368 20.3 Materiali e metodi . » 368 20.3.1 Disegno dello studio . » 368 20.3.2 Popolazione e sottogruppi . » 369 20.4 Raccolta dei dati . » 369 20.4.1 Analisi descrittiva della popolazione studiata . p. 369 20.4.2 Analisi statistica . » 370 20.5 Risultati . » 371 20.5.1 Analisi di popolazione . » 373 20.5.2 Anamnesi ostetrica . » 374 20.5.3 Condizione clinica materna . » 374 20.6 Ricovero e induzione . » 375 20.6.1 Epoca gestazionale . » 375 20.6.2 Indicazioni all’induzione . » 376 20.6.3 Bishop all’ingresso . » 377 20.6.4 Metodi di induzione . » 377 20.7 Travaglio e parto – Esiti . » 379 20.7.1 Durata del travaglio . » 379 20.7.2 Modalità del parto . » 381 20.7.3 Lesioni perineali » 382 20.7.4 Emorragia post partum . » 383 20.7.5 Tempo tra induzione e l’inizio del travaglio attivo . » 384 20.7.6 Tempo tra induzione e parto . » 385 20.7.7 Orario del parto . » 386 20.7.8 Outcome neonatali . » 388 20.8 Discussione . » 389 20.9 Conclusioni . » 392 Bibliografia . » 393
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